HELENEUM – LUGANO
La percezione di Bali quale piccolo lembo di paradiso in terra deve la sua nascita, forse più di ogni altri, alla penna di Miguel Covarrubias e alla macchina fotografica di Gotthard Schuh. Il ritratto che il fotografo svizzero fece dell’isola, proverbialmente da lui stesso definita l’“isola degli dèi”, ha infatti alimentato e sostenuto per lungo tempo, praticamente fino a oggi, l’idea/mito dell’isola dell’amore libero, del paradiso perduto e ritrovato, del luogo in cui una sorta di magico equilibrio fra natura e cultura ha creato le condizioni di un pacifico riparo ai veleni della civiltà moderna. L’isola ritratta da Schuh è infatti un gioiello incastonato in un mare luminoso, una sorta di paradiso caratterizzato da acqua cristallina, distese di palme e vulcani incorniciati dal verde. I villaggi appaiono continuamente animati da feste e cerimonie colorate in cui ciascuno trae nutrimento alla propria gioia di vivere. Nelle immagini di Schuh, donne e bambini sembrano avvolti da un’aura di eterna giovinezza. La grande capacità dell’autore è quella di trasmettere la bellezza sublime di una gioventù che non sembra sfiorata dalle emozioni e che si offre allo sguardo in tutto il suo splendore, avvenenza e sensibilità. L’esposizione temporanea prende spunto dalla celebre pubblicazione del 1941, tradotta in diverse lingue, intitolata “Inseln der Götter, l’Isola degli dèi”. L’intero progetto è stato organizzato dal MUSEC in collaborazione con la Fotostiftung Schweiz di Winterthur. In occasione dell’esposizione veneziana e della nuova edizione del catalogo nel 2013, la scelta fotografica è cresciuta dalle iniziali 37 prime stampe a 60.

Gotthard Schuh nasce in Germania e con la famiglia fa ritorno in Svizzera nel 1902. Durante l’adolescenza comincia a dipingere e in seguito si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Monaco dove la sua specialità è l’incisione. Intraprende viaggi in Italia e in Francia, e a Parigi entra in contatto con gli artisti delle avanguardie. Nel 1926, all’età di 29 anni, inizia ad interessarsi alla fotografia e trova lavoro come fotoreporter per la Zürcher Illustrierte. In seguito collabora con prestigiosi settimanali illustrati di diffusione internazionale tali “Vu”, “Paris Match”, “Life” e “Berliner Illustrierte”. Nel 1938 salpa per l’Indonesia, visita Bali, Giava e Sumatra, al suo ritorno pubblica Inseln der Götter (1941), libro composto da una narrazione fotografica e da un testo poetico e discorsivo, di enorme successo, nel quale ritrae i balinesi nel loro paradiso terrestre.
Reiterazioni
• 8 settembre – 9 ottobre 2011, Torre Viscontea, Lecco
• 20 ottobre 2012 – 6 gennaio 2013, Galleria comunale «Tina Modotti», Udine
• 22 marzo – 5 maggio 2013, Palazzo Trevisan degli Ulivi, Venezia
«Esovisioni» è un ciclo dedicato alle peculiarità e ai percorsi della visione delle culture attraverso l’obiettivo fotografico. L’ipotesi di lavoro è che il fotografo, prendendo a pretesto l’immagine esotica abbia, in modo consapevole o inconsapevole, restituito una propria visione interiore, fecondando l’immaginario collettivo di immagini ad arte e stereotipi delle diverse realtà culturali.