Espone

 

07 aprile 2019 - 23 febbraio 2020, MUSEC, VILLA MALPENSATA, SPAZIO MARAINI (PIANTERRENO)

Le metamorfosi della nostalgia. Esotismo e fotografia fra Otto e Novecento

L’esposizione Le metamorfosi della nostalgia. Esotismo e fotografia fra Otto e Novecento, nella quale si possono ammirare opere provenienti dalle raccolte del MUSEC e da due importanti collezioni private, inaugura un nuovo spazio al piano terra di Villa Malpensata interamente dedicato alla fotografia e intitolato al celebre studioso, viaggiatore e fotografo Fosco Maraini (1912-2004). L’interesse del MUSEC nel campo della fotografia, consolidato nel progetto «Esovisioni» da oltre un decennio, trova ora anche uno “spazio” di grande prestigio ad esso dedicato.


Nell’esposizione che si inaugura sabato 6 aprile il pubblico avrà l’opportunità di osservare una quarantina di fotografie di grandi autori, accompagnate da una multivisione, album fotografici e oggetti d’epoca che illustrano la relazione tra gusto dell’esotico e fotografia.
Pur esistendo da sempre, l’esotismo trovò la sua più intensa manifestazione nella cultura europea fra Otto e Novecento. L’affermazione del colonialismo e il contatto duraturo dell’Occidente con i paesaggi e i popoli più lontani provocò un incontro/scontro inesorabile, dalle tinte contraddittorie e dagli esiti spesso drammatici, che sfiorò però soltanto la sostanza degli immaginari.
Per certi versi, la consapevolezza della rapida perdita dei contesti originari produsse il tentativo, tanto ingenuo quanto poetico, di tenere in vita – con la letteratura e l’arte – le singolarità culturali, anche quando fu evidente che queste ultime stavano per scomparire o erano già scomparse.
In tale contesto, la nascente fotografia giocò un ruolo fondamentale, muovendosi fra il tentativo ideologico di documentare obiettivamente la realtà e le sue trasformazioni e il bisogno emotivo di trattenere la memoria: desiderio inconsapevole di rivivere incessantemente l’inesprimibile benessere generato dalle emozioni.
La fotografia dell’esotismo fu dunque al contempo produttrice e prodotto dell’estetica della nostalgia di un oggetto che sembra scomparire nel momento stesso in cui lo si ritrae.

 

Gauthier, Donna tahitiana