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Ibridi
04 APRILE 2009 – 17 MAGGIO 2009
HELENEUM – LUGANO

Durante l’arco di sei mesi i bambini di quattro classi di Scuola elementare di Lugano (Molino Nuovo, Barbengo, Ruvigliana, Davesco) e una classe di Scuola dell’infanzia (Breganzona), affiancati dalle docenti e dagli operatori didattici, hanno esplorato a lungo il concetto e il significato di «ibrido» mediante una serie di visite al Museo e di approfondimenti in classe. La cultura occidentale è abituata a vedere negli «ibridi» degli esseri mostruosi, forme abortite di una metamorfosi o di un mancato compimento di una trasformazione. Nelle culture semplici, che le opere del MUSEC testimoniano, l’ibridazione è invece un fattore positivo: un ibrido è un essere dotato di una propria identità che possiede la sommatoria delle caratteristiche (positive e negative) degli esseri o degli oggetti che lo compongono. Lo spunto del lavoro sono state le opere d’arte etnica, in particolar modo quelle dell’area melanesiana, in cui sono diffuse rappresentazioni di esseri che nascono dall’ibridazione tra uomini e animali, tra essere umano e vegetale e tra essere umano e oggetto, così come mescolanze tra vegetali e animali.

Al termine del percorso educativo, i bambini della Scuola dell’infanzia hanno realizzato un’opera che, in modo giocoso, permette di «ricostruire» 16 diversi ibridi, mentre ogni bambino delle Scuole elementari ha prodotto una scultura che raffigura il «proprio» ibrido: l’esito d’una ricerca interiore sulle forme in cui le diverse identità trovano una soluzione finale, la manifestazione della propria individualità unita alla consapevolezza della non necessità di avere una singola e univoca identità. Confrontandosi con le «altre» culture, talvolta così distanti dalla propria nello spazio e nella memoria delle cose, i bambini hanno avuto la possibilità d’esprimersi con libertà profonda, suggerendo agli adulti la lezione d’una forma di creatività originale, preziosa per la crescita equilibrata di tutti.

Il progetto «Dèibambini» nasce nel 2005 come piattaforma d’interazione fra il museo e la scuola. Nei suoi primi dieci anni di vita il progetto ha consentito ai bambini di cimentarsi su temi diversi, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità e della propria visione interiore e di rafforzare la capacità di interpretare il mondo. Dal 2022, il punto di partenza sono diventate le opere dei bambini del passato. L’idea è di costruire un ponte fra la creatività infantile di ieri e di oggi, attraverso l’esplorazione profonda dei contenuti espressivi che non soltanto interconnettono le culture, ma che sono serviti come straordinaria fonte per il rinnovamento dei linguaggi artistici del Novecento. Un ponte solido e pieno di poesia, per collegare tra di loro le generazioni.

La mostra espone le 74 opere realizzate dai bambini affiancate a tre opere significative del Museo e da una serie di immagini che contestualizzano il lavoro illustrandone il percorso didattico. L’allestimento è curato dal Responsabile del Laboratorio Giulio Zaccarelli, in collaborazione con la curatrice della mostra Isabella Lenzo Massei e la responsabile del progetto artistico Silvia Paradela. Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Città di Lugano, corredato da fotografie delle opere commentate dai piccoli artisti, da contributi di Isabella Lenzo Massei, Francesco Paolo Campione, Alfonso Foglia, Silvia Paradela, Giulio Zaccarelli e da schede di approfondimento dedicate alle opere del Museo, a cura di Marta Cometti.