MUSEC, VILLA MALPENSATA, SPAZIO CIELO
A Lugano sono messe in mostra per la prima volta le dieci armature giapponesi donate al MUSEC da Paolo Morigi, fine collezionista di arte etnica e sostenitore del Museo fin dalla sua fondazione. La mostra è allestita nello Spazio Cielo al secondo piano di Villa Malpensata, nuova sede del MUSEC. Il sorprendente percorso espositivo è contrassegnato da una selezione di opere che illustrano in particolare l’immagine dei samurai attraverso i secoli e permettono di accostarsi con maggiore consapevolezza al peculiare codice di valori alla base dell’arte della guerra e della filosofia di vita di questi uomini in armi. Punto di partenza sono le armature dei samurai, opere sacre e identitarie dei guerrieri nipponici, in alcuni casi veri e propri capolavori di manifattura in cui sono racchiuse al contempo conoscenze tecniche e qualità estetiche di altissimo livello.
L’esposizione è completata da stampe xilografiche giapponesi (ukiyo-e) risalenti al XVIII e XIX secolo e da fotografie all’albumina dipinte a mano della Scuola di Yokohama, prodotte tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento.

Una mostra che racconta l’immagine dei samurai attraverso il tempo e la storia
«Il samurai. Da guerriero a icona» è una mostra sulla trasformazione dell’immagine del guerriero simbolo del Giappone medievale: da figura minacciosa, racchiusa nella sua corazza impenetrabile, a personaggio principale del teatro kabuki. A icona dell’immaginario collettivo. Il percorso espositivo ideato dai ricercatori del MUSEC permette di cogliere come siano stati gli stessi giapponesi a trasformare i samurai in “immagine”: prima sfruttando la produzione di xilografie, poi quella delle fotografie (con le quali hanno accostato ai samurai altre due icone del proprio mondo: la geisha e il Monte Fuji). Infine, costruendo sulla figura del guerriero una copiosa letteratura e cinematografia d’autore, sfociata alla fine degli anni ’70 del Novecento nell’animazione dei manga e nella creazione di una galleria di “cartoni” che hanno conquistato anche le giovanissime generazioni dei paesi occidentali.