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L’incanto delle Donne del Mare. Fosco Maraini. Fotografie. Giappone 1954
19 NOVEMBRE 2005 – 26 FEBBRAIO 2006
HELENEUM – LUGANO

All’isola di Hèkura, al largo delle coste centro occidentali del Giappone, la pesca agli awabi (molluschi) era un compito riservato alle donne che la praticavano in apnea lungo i fondali dell’isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. Nel celebre servizio fotografico realizzato da Fosco Maraini nel luglio del 1954, le Ama sono ritratte nel loro ambiente naturale: fra gli scogli, sulle imbarcazioni che le portavano al largo e sott’acqua. La visione solare e disincantata di quello che agli occhi occidentali appariva come il fascino erotico delle donne di Hèkura, si coniuga con la narrazione per fotogrammi di una quotidianità contrassegnata da un profondo rapporto della cultura con l’ambiente. Per realizzare il reportage fotografico in bianco e nero e a colori, Maraini fece appositamente costruire una scatola stagna di acciaio inox per la cinepresa, e una per la fotocamera, così d’avventurarsi lungo i fondali al seguito delle Ama. Il reportage è di altissimo spessore documentario e ritrae un mondo ormai completamente compromesso dal processo globalizzante in atto. Le foto scattate da Maraini a Hèkura furono in parte pubblicate nel volume “L’isola delle pescatrici” del 1962, ma non erano mai state oggetto di un’esposizione monografica. Delle 30 fotografie in bianco e nero che compongono la mostra, la maggior parte sono state esposte per la prima volta al pubblico in occasione dell’esposizione luganese. L’intero progetto è stato organizzato in collaborazione col Gabinetto scientifico e letterario G. P. Vieusseux di Firenze.

Nel corso della sua vita, Fosco Maraini (1912-2004) coltivò almeno cinque campi diversi: l’antropologia, gli studi orientali (ottenne la cattedra di Lingua e Letteratura giapponese all’Università di Firenze), l’alpinismo, la letteratura (che praticò con vena scioltissima e successo internazionale) e infine la fotografia di culture e paesaggi. Sempre con sguardo lieve, come il Cittadino della Luna in Visita d’Istruzione sulla Terra, il Citluvit da egli teorizzato, che osserva silenziosamente e registra ogni cosa, che si appassiona, fino a innamorarsi, dell’oggetto del suo studio, ma che resta distaccato dalle cose perché “capire è il fine ultimo di tutta l’operazione”.

Reiterazioni:
• 20 aprile – 19 maggio 2007, Istituto Svizzero di Roma
• 1° – 12 novembre 2007, Visionario – Centro Arti Visive, Udine
• 1° – 30 aprile 2012, Palazzo Medici Riccardi, Firenze
• 7 aprile – 27 giugno 2012, Palazzo Chigi Zondadari, San Quirico d’Orcia
• 7 ottobre 2012 – 6 gennaio 2013, Palazzo delle Paure, Lecco
• 21 giugno – 28 settembre 2014, Museo d’Arte Orientale, Torino.
• Kyoto, Kyotographie festival, 18.04 – 10.05.2015
• Tokyo, Istituto italiano di cultura, 16.06 – 30.06.2015

«Esovisioni» è un ciclo dedicato alle peculiarità e ai percorsi della visione delle culture attraverso l’obiettivo fotografico. L’ipotesi di lavoro è che il fotografo, prendendo a pretesto l’immagine esotica abbia, in modo consapevole o inconsapevole, restituito una propria visione interiore, fecondando l’immaginario collettivo di immagini ad arte e stereotipi delle diverse realtà culturali.