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SPIRIT OF SIMPLICITY
THE MARTIN KURER COLLECTION

17 LUGLIO – 16 NOVEMBRE 2025
VILLA MALPENSATA, SPAZIO MARAINI

Spirit of Simplicity. The Martin Kurer Collection presenta un inedito dialogo tra una delle più importanti collezioni al mondo di sculture tradizionali della Cordillera filippina e opere d’arte contemporanea asiatica, raccolte dal collezionista. Una collezione unica nel suo genere, capace di attraversare lo spazio, il tempo e le culture, una riflessione profonda sul valore estetico e concettuale della semplicità. L’esposizione temporanea, a cura di Nora Segreto e Paolo Maiullari, è costruita come un viaggio nel significato più essenziale della semplicità, declinata in molteplici aspetti. La semplicità, in tal senso, è intesa non come riduzione o sottrazione, ma come scelta consapevole di un potente linguaggio espressivo.

Le cinque direttrici tematiche attorno a cui si articola la mostra – Colore, Matericità, Spiritualità, Stilizzazione, Minimalismo – esplorano altrettante possibilità di intendere la semplicità. Tradizione e contemporaneità si incontrano in un dialogo visivo e percettivo che non intende forzare corrispondenze, ma piuttosto rivelare analogie profonde, tensioni interiori e affinità simboliche. La semplicità, in questo contesto, si manifesta come attitudine dello sguardo: un invito a cogliere l’essenza e a lasciare emergere significati che vanno oltre l’apparenza.

In esposizione 60 opere: 51 provenienti dai popoli Ifugao, Kalinga e Bontok della Cordillera (regione montuosa nel nord dell’isola di Luzon) tra cui sculture antropomorfe, contenitori rituali e oggetti di uso quotidiano – e 9 opere di sei artisti contemporanei provenienti da diversi Paesi asiatici: Li Shirui (Cina), Lao Lianben (Filippine), Endō Toshikatsu (Giappone), Zhang Lin Hai (Cina), Somboon Hormtientong (Thailandia) e Francisco Pellicer Viri (Filippine).

Le loro opere – caratterizzate da superfici monocrome, segni ridotti, materiali essenziali – non cercano l’effetto, ma l’essenza. Un linguaggio che non spiega, ma evoca, che non grida, ma risuona. Tutti sembrano rispondere a una medesima esigenza interiore: ridurre per intensificare, omettere per rivelare.

Questa tensione verso l’essenziale è ciò che anima la visione del collezionista svizzero di casa a Lugano Martin Kurer, le cui opere appartengono ad AsianArt:Future. Martin Kurer inizia a raccogliere la collezione esposta oggi al MUSEC alla fine degli anni Novanta, durante la sua lunga permanenza nelle Filippine, e si sviluppa negli anni successivi con uno sguardo sempre più consapevole e coerente. Al centro del suo approccio, la capacità di riconoscere, in opere provenienti da contesti culturali ed epoche diverse, un linguaggio comune fondato sulla misura, sull’essenzialità e sulla densità simbolica. La collezione non si propone di classificare gli oggetti secondo criteri cronologici o geografici, ma di metterli in relazione tra loro e con lo sguardo di chi osserva. Ciò che conta è l’eco che ciascuna opera riesce a suscitare, la sua capacità di attivare una risonanza intima e profonda.

Il ciclo espositivo “Altrarti” è dedicato all’approfondimento monografico della complessità dei valori d’una particolare espressione d’arte e di cultura. Partendo dalla lettura della sua forma fino all’analisi del suo significato, del suo valore e del contesto in cui agisce, l’opera d’arte etnica è studiata sotto il maggior numero di punti di vista.