L’esposizione, curata da Igor Nastic, docente di Scuola elementare e collaboratore del MUSEC, mette in scena il frutto di un progetto pedagogico e artistico durato tre anni. Nella mostra infatti le opere degli allievi di Nastic, che frequentano la Scuola elementare di Giubiasco, “dialogano” con opere dell’artista Serge Brignoni e con opere della sua collezione di arte etnica esposte al MUSEC. Per l’occasione il museo ha prestato tre capolavori, normalmente presenti nelle sale dell’Heleneum, provenienti dall’Oceania e dall’Africa. Una prima opera è una maschera kpelie, proveniente dalla Costa d’Avorio, facente parte di un travestimento indossato durante le danze in occasione delle iniziazioni della società esclusiva maschile Poro, responsabile del controllo sociale e dell’istruzione ai saperi religiosi e alle conoscenze degli spiriti della foresta. La kpelie veniva utilizzata anche nei rituali funerari e nelle cerimonie di ringraziamento agli antenati per il buon raccolto. In mostra anche due opere della Papua Nuova Guinea: un teket, una grande scultura che riprende le forme dei sedili cerimoniali tradizionali i quali incarnavano spiriti o antenati del clan, e un pal, una scultura raffigurante un bucero, animale di grande importanza nella cultura Abelam. Tale scultura era appesa abitualmente sotto le estremità del fregio della facciata di una casa cerimoniale, centro delle attività di culto e delle manifestazioni sociali. L’esposizione è frutto della collaborazione fra la Città di Bellinzona, Bellinzona Turismo, il MUSEC e la Fondazione Serge e Graciela Brignoni-Aranis di Berna; e con il sostegno della Fondazione Dr. Hans Dietler-Kottmann di Lugano.

Il progetto «Dèibambini» nasce nel 2005 come piattaforma d’interazione fra il museo e la scuola. Nei suoi primi dieci anni di vita il progetto ha consentito ai bambini di cimentarsi su temi diversi, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità e della propria visione interiore e di rafforzare la capacità di interpretare il mondo. Dal 2022, il punto di partenza sono diventate le opere dei bambini del passato. L’idea è di costruire un ponte fra la creatività infantile di ieri e di oggi, attraverso l’esplorazione profonda dei contenuti espressivi che non soltanto interconnettono le culture, ma che sono serviti come straordinaria fonte per il rinnovamento dei linguaggi artistici del Novecento. Un ponte solido e pieno di poesia, per collegare tra di loro le generazioni.