20 OTTOBRE 2022 – 16 APRILE 2023
VILLA MALPENSATA – SPAZIO MARAINI
Il MUSEC prosegue la sua indagine sulle origini della creatività con un progetto dedicato a Roberto Ciaccio. Il tema dell’origine attraversa l’intera traiettoria dell’artista italiano scomparso nel 2014, in un dialogo ideale con il pensiero filosofico di Heidegger. In Ciaccio, l’indagine sul mistero dell’origine si lega all’esplorazione delle possibilità dell’arte monocroma: una monocromia soltanto apparente, data dalla sovrapposizione di continui passaggi di colore, in cui la figura si cela e si rivela oltre l’immagine. L’esposizione curata da Silvia Ciaccio con la collaborazione di Nora Segreto, e allestita nello Spazio Cielo di Villa Malpensata, traccia il percorso di Roberto Ciaccio alla ricerca dell’origine dell’opera d’arte e lo fa con una quarantina di opere, realizzate tra il 1990 e il 2013. Si tratta di imponenti lastre di ferro e di rame inchiostrate, lavorate con processi di acidificazione e ossidazione, e di grandi calcografie su carta. Dei «quasi luoghi», dove l’artista ha raccolto le tracce del tempo, dei suoi pensieri e delle sue esperienze. La ricerca di Roberto Ciaccio si apparenta a un percorso di meditazione. Le lastre di metallo, i fogli di carta, i materiali di lavoro offrono la loro memoria nel presente; il loro è un tempo sospeso nella dimensione dell’enigma e della fissità del divenire; offrono la loro memoria nell’apertura del processo costante del pensiero e del sentire. La contemporaneità è il tempo che protegge e offre la sua memoria. Le opere di Ciaccio focalizzano esperienze spaziali, percettive e cromatiche rigorosamente essenzializzate, e per questo motivo, altamente concettuali.

Quan Nguyen Ho
Il primo premio è stato assegnato a Quan Nguyen Ho, classe 1986. Nato in Vietnam nella provincia di Ha Tinh, Quan Nguyen Ho è un ingegnere edile che vive e lavora ad Hanoi. Inizia a fotografare nel 2016 per documentare i suoi viaggi, ma ben presto il suo collezionare ricordi diventa una vera e propria passione. Negli anni, una spiccata sensibilità verso la questione ambientale lo porta a interessarsi a una fotografia che possa scuotere l’opinione pubblica su temi attuali. Il portfolio «Life garbage» presetato al MUSEC è un progetto realizzato fra il 2021 e il 2022. Quan documenta la tragica realtà di alcune discariche a cielo aperto nei sobborghi di Hanoi, dove si accumulano rifiuti tossici e maleodoranti che, paradossalmente, rappresentano una fonte di sostentamento per persone e animali.
Dipak Ray
Il secondo vincitore è Dipak Ray. Nasce a Calcutta nel 1986, e insegna in una scuola governativa. La fotografia è la sua più grande passione sin dal liceo, quando riceve in regalo la sua prima fotocamera a pellicola. Nel 2010 acquista una Nikon D7000 e inizia un percorso di ricerca e sperimentazione nel mondo della fotografia digitale.
Il portfolio«Frame within frame» presentato a UP22 è un sogno che si avvera dopo essere stato coltivato per lungo tempo. Il portfolio è stato realizzato fra il 2019 e il 2020, lungo il Kangsabati, un fiume nel Bengala occidentale spesso in secca, che si alimenta principalmente di acqua piovana.
In inverno le sue sponde sono avvolte dalla nebbia, come lo sono le cornici di legno che Ray posiziona nell’acqua chiedendo al fratello di camminarci intorno. Il risultato sono immagini suggestive e ricche di significati.
Tolojanahary Ranaivosoa
Il terzo vincitore è Tolojanhary Ranaivosoa. Nato nel 1987 nella capitale del Madagascar, Antananarivo, è un geografo. Si avvicina alla fotografia da autodidatta nel 2011 e si perfeziona poi partecipando regolarmente a workshop. Inizia a fotografare la sua città prendendo consapevolezza delle meraviglie che si possono incontrare camminando. Tolojanhary Ranaivosoa è interessato a documentare momenti di vita quotidiana, spesso cercando di catturare attimi o aspetti curiosi, tragici o esilaranti. Dal 2014 ritrae gli ambienti urbani e così nasce il porfolio «The yellow revolution» che oltre a riportare scorci di vita vissuta, è un puro atto di denuncia sociale.
Olga Dmitrienko
La quarta vincitrice di UP22 è Olga Dmitrienko nata a Mosca nel 1986. Durante gli studi alla facoltà di giornalismo OLGA inizia a fotografare e capisce ben presto che il suo interesse è rivolto all’essere umano. Conclusa l’università, grazie a uno dei suoi numerosi viaggi, scopre l’Italia. Trova in Genova una città a misura d’uomo, nella quale incontrare e riconoscere gesti cordiali, sorrisi e un tempo che la frenesia che contraddistingue la nostra società tende a dimenticare o a rubare. Nasce quindi il progetto «Artigiani e artisti genovesi», in cui presenta una serie di fotografie che ritraggono volti di professionisti nelle loro botteghe o abitazioni, volti sapienti che tramandano di generazione in generazione la memoria.