HELENEUM – LUGANO
Alberi come concreta espressione della natura; come proiezione dei valori degli universi simbolici; come compagni silenti e fedeli della nostra vita. Nella settima edizione del ciclo Dèibambini, i bambini di due sezioni della scuola dell’infanzia (Viganello-Albonago e Gemmo) e di tre classi delle scuole elementari (Barbengo, Gerra, Bozzoreda) di Lugano, affiancati dai docenti e dal personale educativo del MUSEC si sono confrontati con il tema dell’albero. Giocando intimamente con la figura dell’«Albero Amico», i bambini hanno progressivamente familiarizzato con un universo vegetale sentito sempre più prossimo, facendo emergere desideri, bisogni, paure e sentimenti, che hanno trasferito nella realizzazione del dipinto di un albero (scuola elementare) e di due grandi sculture-albero cariche di doni (scuola dell’infanzia). Un universo vegetale, popolato di esseri che affondano le loro radici nella terra, nutrendosi senza sforzo nell’ambiente minerale ricco d’acqua, e che crescono col calore del sole, innalzandosi anno dopo anno verso il cielo. Per comparazione, i bambini hanno capito che l’uomo, invece, non ha radici, e si muove incessantemente nel disordine del mondo alla ricerca di una dimensione sempre nuova.

La foresta di alberi fantastici che riempie le sale al pianoterra dell’Heleneum nasce dai semi della creatività e della fantasia. Arrampicandosi lungo il tronco e avventurandosi tra le fronde della propria interiorità, ciascun bambino è stato educativamente assecondato ad accedere ad un proprio spazio immaginario: uno spazio a portata di mano, come un frutto squisito da cogliere e da assaporare, senza fretta. L’esposizione temporanea, oltre ai lavori realizzati dai bambini, espone tre opere di arte etnica del MUSEC che li hanno resi partecipi della specificità e della ricchezza di tradizioni di popoli che hanno intrattenuto e, in alcuni casi, continuano a intrattenere con gli alberi relazioni profonde e ancestrali. Si tratta del sapundu, palo cerimoniale del Borneo raffigurante «colui che non ha mai dimenticato di essere un albero»; la sezione terminale di grandi pali scolpiti che attraversavano verticalmente la «casa degli uomini» (regione del Sepik) e il tamburo a clessidra em, o tifa, degli Asmat (Nuova Guinea) che identificano l’uomo con l’Albero Fondamentale. Sono inoltre presenti immagini e disegni che contestualizzano il lavoro, illustrandone il percorso didattico. Il Museo cantonale di storia naturale ha aderito al progetto contribuendo allo svolgimento delle attività proposte alle classi. I temi del progetto creativo ed educativo sono stati introdotti e approfonditi in un seminario proposto ai docenti con contributi di Giulia Bellentani, Céline Coderey (collaboratrici scientifiche MUSEC), Pia Giorgetti Franscini (resp. Mediazione culturale Museo cantonale storia naturale), Paolo Maiullari (ricercatore MUSEC), Marco Musillo (collaboratore scientifico MUSEC), Valeria Nidola (esperta in letteratura per l’infanzia) e Cesare Poppi (antropologo).
Il progetto «Dèibambini» nasce nel 2005 come piattaforma d’interazione fra il museo e la scuola. Nei suoi primi dieci anni di vita il progetto ha consentito ai bambini di cimentarsi su temi diversi, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità e della propria visione interiore e di rafforzare la capacità di interpretare il mondo. Dal 2022, il punto di partenza sono diventate le opere dei bambini del passato. L’idea è di costruire un ponte fra la creatività infantile di ieri e di oggi, attraverso l’esplorazione profonda dei contenuti espressivi che non soltanto interconnettono le culture, ma che sono serviti come straordinaria fonte per il rinnovamento dei linguaggi artistici del Novecento. Un ponte solido e pieno di poesia, per collegare tra di loro le generazioni.