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Capanne
17 APRILE 2014 – 06 LUGLIO 2014
HELENEUM LUGANO

Per sei mesi, i bambini della Scuola dell’infanzia di Breganzona e di quattro classi di Scuole elementari di Lugano (Bertaccio, Pazzallo, Ruvigliana e Sonvico) hanno a lungo lavorato sui concetti di «casa», «capanna», «nido», ideando e costruendo, al termine del percorso, una capanna collettiva per ciascuna delle classi. Quanto concepito e poi realizzato dai bambini è l’espressione dei loro desideri ed emozioni, che hanno dapprima condiviso con i compagni, per elaborare il progetto collettivo e che hanno anche raccontato individualmente attraverso i commenti che, da ormai nove anni, vengono raccolti in un catalogo dedicato a ogni tappa del ciclo «Dèibambini». La capanna è stata per tutti un luogo in cui sentirsi al sicuro, al riparo dalle proprie paure, ma anche uno spazio in cui sentirsi uniti e liberi di accogliere gli altri: un gioco vero, dove l’immaginazione prende forma concreta e condivisa.

Il lavoro al Museo è iniziato dalle riflessioni scaturite osservando una casetta costruita con i mattoncini Lego e, successivamente, si è sviluppato attraverso alcune fotografie di capanne chiamate Haus Tambaran, provenienti delle regioni del Sepik e del Maprik della Papua Nuova Guinea. Oltre alle fotografie delle Haus Tambaran, i bambini hanno osservato e analizzato alcune opere d’arte etnica che sono parte integrante di capanne, tra cui la maschera di una «casa degli uomini», oppure le sezioni decorate di una facciata di una casa di culto della regione del Maprik, o il walik, fregio di una capanna effimera realizzata in occasione di una cerimonia funebre in Nuova Irlanda. Le suggestioni visive delle Haus Tambaran e delle opere esposte al Museo si sono successivamente materializzate nei disegni preparatori realizzati dai bambini, nei racconti in classe, nei colori utilizzati per realizzare le capanne e nella necessità di proteggerle tramite appositi «spiriti protettori», dalle forme più diverse- talvolta improbabili- e dagli sfondi variopinti realizzati con la tecnica del collage. Un modo, per i bambini, di conoscere forme d’arte, tradizioni e culture lontane e riviverle, riversandole nella propria quotidianità, nel lavoro di classe, nel gioco, divertendosi e sperimentando. La visita al Museo ha fornito ai bambini l’occasione di conoscere miti e tradizioni relativi alle capanne di alcune culture semplici dei Mari del Sud. Quanto hanno appreso su mondi tanto lontani e diversi ha poi permesso loro di ripercorrere le tradizioni della nostra stessa cultura, cui i bambini si sono avvicinati attraverso ulteriori strumenti didattici, durante il lavoro in classe.

Il percorso è stato introdotto da un seminario di formazione in cui si sono delineati i temi del progetto e nel quale è stato prezioso l’apporto dei docenti Benedetta Doveri, Claudia Maggi Alberti, Isabella Reggi, Mara Rusconi, Nicola Zappella, della responsabile della mediazione culturale del Museo Isabella Lenzo Massei, delle mediatrici museali Alice Croci Torti e Viviana Rossi, di Alfonso Foglia, già direttore della Zona centro dell’Istituto scolastico comunale di Lugano e dell’artista Silvia Paradela, che ha accompagnato i bambini nel percorso creativo.

Il progetto Dèibambini nasce nel 2005 come piattaforma d’interazione fra il museo e la scuola. Nei suoi primi dieci anni di vita il progetto ha consentito ai bambini di cimentarsi su temi diversi, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità e della propria visione interiore e di rafforzare la capacità di interpretare il mondo. Dal 2022, il punto di partenza sono diventate le opere dei bambini del passato. L’idea è di costruire un ponte fra la creatività infantile di ieri e di oggi, attraverso l’esplorazione profonda dei contenuti espressivi che non soltanto interconnettono le culture, ma che sono serviti come straordinaria fonte per il rinnovamento dei linguaggi artistici del Novecento. Un ponte solido e pieno di poesia, per collegare tra di loro le generazioni.