HELENEUM – LUGANO
L’esposizione è stata presentata a Lugano in anteprima per l’Europa. È dedicata all’artista bengalese Jamini Roy, insignito dello State Award of Padma Bhushan dal governo dell’India nel 1955 e considerato dalla critica internazionale il Matisse indiano per i suoi lavori ispirati sia all’arte tradizionale indiana, sia alle avanguardie artistiche contemporanee occidentali. Fonte di provenienza delle opere è la Collezione Kumar che abbraccia l’intera produzione dell’artista, dai primi schizzi giovanili degli anni Venti, alle ultime tele della fine degli anni Sessanta. Considerata la più vasta collezione fuori dall’India, per la prima volta oggetto di un catalogo critico, appartiene all’imprenditore, docente di marketing e collezionista indiano Nirmalya Kumar che, da oltre dieci anni, studia la figura di Jamini Roy, ne acquista i lavori e li mostra al pubblico con l’intento di salvaguardare i caratteri propri di una cultura millenaria e favorire la diffusione dell’arte indiana contemporanea presso gli addetti ai lavori e il pubblico internazionale. L’esposizione è stata ideata, progettata e realizzata dal MUSEC e curata da Caterina Corni in collaborazione con Alessia Borellini. All’interno della mostra è possibile ammirare 70 capolavori (oli su tela, tempere su carta, guazzi su carta e su lino) realizzati dall’artista nel corso della sua carriera e affiancati da circa 30 sculture in legno del XVII-XIX secolo raffiguranti alcuni protagonisti della mitologia hindu e del folklore, provenienti dai fondi del Museo delle Culture, del Museo etnografico dell’Università di Zurigo e da altre collezioni private. Ad arricchire il percorso espositivo, una selezione di fotografie dell’«India minore» tratte dal celebre reportage del 1930 realizzato da Walter Bosshard (1892-1975), il fotografo a cui si deve la costruzione dell’immagine e l’invenzione dell’«icona» del Mahatma Gandhi.

La biografia dell’artista
Jamini Roy nasce il 15 Aprile 1887, a Beliatore, villaggio bengalese a 180 km a nord-ovest di Calcutta. A determinare il percorso dell’artista è l’iscrizione, a soli 16 anni, al Government College of Art and Craft di Calcutta, guidato dall’illuminato storico dell’arte inglese Ernest Binfield Havell (1861-1934) e da Abanindranath Tagore (1871-1951), figura di spicco per la nascita e lo sviluppo del movimento noto col nome di Bengal School, corrente che coniuga la profonda consapevolezza del valore della cultura indiana con il linguaggio artistico occidentale. In un clima di grande fermento creativo, Jamini Roy inizia perciò il processo di formazione di quella che sarà poi la sua poetica e il suo stile distintivo che lo renderanno famoso in tutto il mondo e uno degli artisti più celebrati e omaggiati in India. Alle opere iniziali, intrise di avanguardia europea, che egli fa interagire, anche ideologicamente, con i differenti linguaggi artistici della millenaria arte indiana, seguirà una costante evoluzione della sua tecnica, sempre contraddistinta dalla particolare attenzione alla semplificazione ed essenzialità delle linee e all’uso di supporti e materiali sempre più in sintonia con la natura. Jamini Roy morirà a Calcutta il 24 Aprile 1972 all’età di 85 anni.
Il progetto OrientArt intende presentare il rapporto fra l’arte contemporanea dell’Asia e dell’Oceania con il contesto ideologico e culturale in cui essa si muove. Le principali prospettive del percorso d’indagine sono due: la prima intende mettere in luce le interazioni ideologiche dell’opera di uno o più artisti con le tradizioni nell’ambito delle quali si sono sviluppati i diversi linguaggi; la seconda intende esplorare gli elementi costitutivi dell’immaginario contemporaneo e la loro trasfigurazione nelle ragioni della creatività, a prescindere dai generi di arte con le quali essa si manifesta.