PALAZZO LOREDAN, VENEZIA
L’esposizione temporanea «L’ultima Venezia», allestita a Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano, nella sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (IVSLA), è l’ottavo episodio del fortunato ciclo espositivo «Esovisioni» e presenta per la prima volta al pubblico 69 stampe originali del reportage realizzato a Venezia da Gotthard Schuh nel 1963. Nella città lagunare è stato esposto in contemporanea, ma a Palazzo Trevisan degli Ulivi, un altro celebre reportage del fotografo svizzero, quello del 1938 dedicato a Bali, l’isola degli dèi. L’esposizione temporanea vanta 69 fotografie originali di prima tiratura, facenti parte del reportage veneziano (1963) di proprietà della famiglia Schuh e della Fotostiftung Schweiz di Winterthur. Nell’obiettivo della sua Leica, una Venezia demitizzata, ma al contempo carica del fascino profondo della sua storia. Un reportage che ci rimanda per certi versi alla tradizione nordica del «Viaggio in Italia» e che ribalta i canoni dell’esotismo. Schuh trova una sottile armonia fra una matura visione interiore, che ha attraversato i grandi mutamenti del Novecento, e una città nascosta che egli sente profondamente e ci rivela, al di là degli stereotipi.

Gottard Schuh – cenni biografici
Nasce in Germania, vive in Svizzera, nell’adolescenza comincia a dipingere e in seguito si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Monaco dove la sua specialità è l’incisione. Intraprende viaggi in Italia e in Francia, e a Parigi entra in contatto con gli artisti delle avanguardie. Nel 1926, all’età di 29 anni, inizia ad interessarsi alla fotografia. E dà il via alla produzione di reportages per il Zürcher Illustrierte. In seguito collabora con prestigiosi settimanali illustrati di diffusione internazionale tali “Vu”, “Paris Match”, “Life” e “Berliner Illustrierte”. Nel 1957 espone alla Biennale di Fotografia di Venezia, ricevendo la medaglia d’oro per la sua opera; ed è proprio alla città lagunare che nel 1963 dedicherà l’ultimo suo reportage, raccolto nella monografia Tage in Venedig, del 1965. L’esposizione è accompagnata dal relativo catalogo, a cura di Paola Costantini, che include i contributi di Nanni Baltzer, Francesco Paolo Campione, Paola Costantini, Antonio Mariotti e Alberto Prandi.
«Esovisioni» è un ciclo dedicato alle peculiarità e ai percorsi della visione delle culture attraverso l’obiettivo fotografico. L’ipotesi di lavoro è che il fotografo, prendendo a pretesto l’immagine esotica abbia, in modo consapevole o inconsapevole, restituito una propria visione interiore, fecondando l’immaginario collettivo di immagini ad arte e stereotipi delle diverse realtà culturali.