PALAZZO REALE – MILANO
L’esposizione si inscrive all’interno del progetto “Nippon. Tra mito e realtà”, un’iniziativa promossa dalla Città di Lugano, che coinvolge l’intero tessuto cittadino, a partire dai suoi centri espositivi più prestigiosi, offrendo un itinerario che indaga gli aspetti più interessanti dell’arte e della fotografia giapponesi, dalla metà dell’Ottocento ai nostri giorni. L’esposizione presenta una serie di shunga, termine che significa letteralmente “immagini della primavera” e che definisce un genere di stampe a soggetto erotico che raggiunsero la massima fioritura nel periodo dello shogunato dei Tokugawa, tra il 1603 e il 1867. Gli shunga costituiscono una delle più vivaci manifestazioni di una riflessione etica ed estetica sulla brevità e transitorietà della vita, riflessione che esprime i valori del ceto borghese delle grandi città di quel tempo. Mercanti, artigiani, medici e artisti erano esclusi dal potere politico, ma, economicamente fiorenti, affermavano una concezione edonistica della vita, in aperto contrasto con la rigida morale neoconfuciana dei samurai che reggevano il paese. Queste stampe materializzano la visione del mondo di coloro che irridevano il conservatorismo del potere politico, raffigurando il lusso, le feste, gli spettacoli teatrali e la vita delle case di piacere, dove i borghesi trovavano la compagnia di donne esperte nell’arte dell’intrattenimento e dell’amore. La selezione – 62 opere tra xilografie e volumi a stampa – presentata all’Heleneum contempla le opere degli autori più importanti dell’evoluzione del genere, da Koryusai a Kunimori, e di altri artisti quali Kiyonaga, Utamaro, Hokusai e Hiroshige.

Il ciclo espositivo “Altrarti” è dedicato all’approfondimento monografico della complessità dei valori d’una particolare espressione d’arte e di cultura. Partendo dalla lettura della sua forma fino all’analisi del suo significato, del suo valore e del contesto in cui agisce, l’opera d’arte etnica è studiata sotto il maggior numero di punti di vista.