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15 December 2017
La ricerca condotta a Lugano dal Centro Speciale di Scienze e Simbolica dei Beni Culturali (CSBC) e dal Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia (DISAT) dell’Università degli Studi dell’Insubria su trenta opere delle collezioni giapponesi conservate al Museo delle Culture - MUSEC è inserita in un progetto sperimentale all’avanguardia e segna la strada per sviluppi futuri nell’ambito delle collaborazioni scientifiche internazionali.
È anche un esempio virtuoso di progetto transfrontaliero sui Beni Culturali in grado di attrarre risorse significative. Un progetto che pone la Città di Lugano e il suo patrimonio d’arte al centro dello spazio europeo dell’investigazione antropologica.
La ricerca è stata supervisionata da Laura Rampazzi, direttrice del CSBS, e da Moira Luraschi, responsabile delle collezioni giapponesi del MUSEC.
I risultati della ricerca sono confluiti in una tesi di laurea e, a breve, saranno editi in una pubblicazione del CSBS.
«Lo studio analitico delle prestigiose collezioni del MUSEC è stata una preziosa occasione per sperimentare alcune tecniche innovative di indagine non invasiva e portatile e di colmare un vuoto nella letteratura sulla definizione dei materiali pittorici usati nelle stampe e nelle fotografie giapponesi - dice Laura Rampazzi - I risultati sono stati eccezionali e molti pigmenti sono stati riconosciuti, ribadendo l’importanza della ricerca chimica per conoscere e conservare meglio il patrimonio artistico. Ogni fase della ricerca è stata condivisa con i curatori del MUSEC, con un approccio scientifico multidisciplinare che ancora una volta si è rivelato una cifra vincente del settore della conservazione dei beni culturali».
Aggiunge Moira Luraschi: «La collezione “Ceschin Pilone - Fagioli” custodita dal 2012 dal MUSEC è composta da 5.185 fotografie, tutte realizzate in Giappone fra il 1860 e il 1910 con la tecnica della stampa all’albumina e per lo più colorate a mano da artisti del tempo. La collezione è al centro di uno dei più importanti programmi di ricerca scientifica del MUSEC ed è stata oggetto di esposizioni a Lugano, Venezia, Napoli, Zurigo, Genova, Copenaghen e Parma. Per noi è una vera e propria “miniera” dalla quale attingere sempre nuovi spunti di ricerca e occasioni di collaborazioni internazionali, come quella prestigiosa e importante avviata con l’Università dell’Insubria».
Analisi realizzate con uno spettrofotometro su una fotografia giapponese all’albumina raffigurante una geisha sotto alberi di ciliegi in fiore. © 2017 MUSEC Lugano