01 October 2021

8 OTTOBRE - CONFERENZA AL MUSEC: ARTE, RELIGIONE E DIRITTI UMANI

Venerdì 8 ottobre 2021, ore 14:30

Villa Malpensata - Sala conferenze

Evento gratuito. Richiesto certificato COVID (da 16 anni)
Informazioni e iscrizioni: +4158 866 6960; [email protected]

L'attualità porta regolarmente all'attenzione episodi di discriminazione di alcune minoranze culturali e religiose, che in alcuni casi sfociano in drammatiche violazioni dei diritti umani. La sfera religiosa e spirituale, in talune culture del mondo, è indissolubilmente interconnessa alla sfera sociale e all'identità stessa degli individui e delle comunità, e questo si manifesta anche nella produzione artistica. Tre di queste realtà sono l'oggetto degli interventi qui proposti:

L'altra metà del cielo induista
L’induismo riunisce molteplici tradizioni rituali, sentimenti religiosi ed espressioni artistiche. Qui vogliamo portare l’attenzione “all'altra metà del cielo”: le dee di impronta tribale, la pratica artistica apotropaica femminile e tutte quelle voci che raramente sono considerate, quali l’arte del Jarkhand e del Bihar, i rotoli dei cantastorie del Bengala e arte dei Vaghri, “tribù criminale”. Disegni tracciati col fango che raccontano un’intima connessione col territorio; disegni che si intrecciano col canto per ricordare ma anche per informare; disegni che onorano una dea che non vuole più stare nascosta.

Diritti religiosi nella Turchia di oggi e di domani: il sogno di una pacificazione
In Turchia vivono da secoli alcune minoranze religiose, ricche di un patrimonio culturale che affonda le sue radici in questa terra alle porte dell’Oriente. A partire dalla caduta dell’Impero ottomano, i regimi che sono succeduti hanno vieppiù ostacolato e compromesso le pratiche religiose di comunità quali i cristiani e gli aleviti islamici, in quanto non consone all’Islam sunnita. La mancanza della democrazia nel Paese acuisce oggi i sentimenti di divisione fra la popolazione, creando sacche di incomprensione e di intolleranza, cui solo un nuovo clima di democrazia potrebbe rimediare.

Il mandala: espressione artistica della religiosità indo-tibetana. I valori spirituali e simbolici del “palazzo divino” del Buddha
Nella visione buddhista del mondo, la concezione dello spazio ruota intorno all’immagine del mandala. Nella geografia mistica tibetana, l’universo stesso è concepito come un mandala, con la montagna sacra - il monte Meru della cosmologia hindu e buddhista - che torreggia al centro dei quattro continenti. Definito da Giuseppe Tucci come uno “psicocosmogramma” il mandala simboleggia i rapporti esistenti tra l’universo (macrocosmo) e la mente umana (microcosmo). Parte integrante della conferenza sarà la visione di affascinanti rappresentazioni del mandala nell’arte e nell'architettura, in un percorso al contempo estetico e spirituale.

I relatori:

Giulia Bellentani si è laureata in architettura al Politecnico di Milano; in seguito ha conseguito un diploma in lingua e cultura indiana all’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente e una laurea magistrale in antropologia all’Università Bicocca. Esperta di architettura e arte orientale, collabora con numerose scuole, università e associazioni, svolgendo attività di ricerca e di didattica. Ha compiuto numerose ricerche sul campo e ha collabora regolarmente a esposizioni e pubblicazioni sulla cultura e l’arte dell’Asia meridionale. È collaboratrice scientifica del MUSEC dal 2005.
Marialaura Di Mattia è dottore di ricerca in storia dell’arte dell’India e dell’Asia Orientale, già ricercatore affiliato della Jawaharlal Nehru University di New Delhi e docente di storia dell’arte del Tibet all’Università La Sapienza di Roma. Ha diretto importanti progetti di ricerca sul campo nelle aree himalayane e ha pubblicato numerosi saggi e articoli in riviste e volumi specializzati. Tiene conferenze e partecipa a convegni nazionali e internazionali, con interventi su storia, arte, architettura e cultura del Tibet, occupandosi anche di attualità, geopolitica e violazione dei diritti umani, religiosi e ambientali nei territori tibetani.
Baykar Sivazlian si è laureato in lingue e letteratura orientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, specializzandosi in lingua e letteratura turca e in armenistica. Ha insegnato storia armena al Liceo armeno di Venezia, poi lingua armena all’Università degli Studi e Milano (dal 1981) e in seguito anche lingua e letteratura turca all’Università del Salento Lecce, dove nel 1999 è stato chiamato a creare l’omonima cattedra. Conclusa l’attività accademica, oggi è attivo nella Fondazione Med-Or, che si occupa del Mediterraneo allargato e dell'Oriente, ed è membro della Commissione dei Diritti umani della Regione Piemonte.

Sala conferenze